Cannabis Alimentare: usi, proprietà ed effetti benefici

Cannabis Alimentare: usi, proprietà ed effetti benefici

La Cannabis si Mangia! Ebbene si, tra i tanti metodi di consumo di questa splendida pianta, rientra anche il settore alimentare. Scopriamo insieme le parti della cannabis che possono essere consumate a tavole ed il parere degli chef in merito all’argomento di canapa alimentare.

Cannabis Alimentare: usi, proprietà ed effetti benefici

Negli anni, anzi nei secoli, il consumo della marijuana, mediante inalazione dei suoi fumi, è diventato sempre più comune tra giovani e meno giovani per gli effetti rilassanti o stimolanti che essa provoca ma, negli ultimi tempi, stiamo assistendo ad una vera e propria rivoluzione dei metodi di consumo della cannabis: La Cannabis Si Può Mangiare!

Prodotti alimentari a base di Canapa, infatti, presentano delle caratteristiche organolettiche e nutrizionali che li rendono validissimi alleati della salute, dei veri e propri super-food, ricercati anche da chi non è fumatore abituale di Cannabis.

Nelle poche righe che seguono vedremo insieme effetti, il parere degli chef e le parti della pianta più utilizzate e i diversi tipi di alimenti esistenti.

Gli effetti della Cannabis alimentare

Per poter prevedere il tipo e l’intensità degli effetti di un alimento a base di Cannabis, è necessario tenere in considerazione massima la qualità e la quantità di Marijuana usata durante la preparazione dell’alimento.

Cominciamo col dire che ad una maggiore potenza e quantità di marijuana impiegata corrisponderà un effetto più forte. In particolare bisognerà guardare ai quantitativi di THC presente nell’alimento, responsabile degli effetti psicoattivi della Marijuana.

In Italia Il decreto pubblicato dal Ministero della Salute il 15 gennaio 2020, rubricato “Definizione di livelli massimi di tetraidrocannabinolo(THC) negli alimenti”, fissa le quantità massime di THC totale consentite negli alimenti. Per “THC totale” si intende la concentrazione risultante dalla somma delle quantità di THC e di quelle del suo precursore acido non attivo, ovvero il THCA.

Il Decreto distingue tra semi di canapa (interi, spezzettati, triturati, o macinati in misura diversa dalla farina), farine e olii, ottenuti dai semi di canapa.

Per semi di canapa e farine il limite massimo di THC consentito è pari a 2 mg/kg corrispondenti allo 0,0002 % di THC; mentre per l’olio ottenuto dai semi di canapa il limite massimo è del 5 mg/kg (corrispondenti allo 0,0005 % di THC).

Indipendentemente dalla quantità di THC presente negli alimenti, gli effetti osservati, sui consumatori di Marijuana alimentare, sono molto diversi rispetto a quelli indotti dai cannabinoidi inalati sotto forma di fumo. Chi mangia prodotti a base di Cannabis, infatti, ne avverte gli effetti molto più gradualmente e soprattutto in maniera più intensa e per maggior tempo rispetto ai fumatori di Marijuana.

Gli effetti, inoltre sono differenti a seconda della varietà di Cannabis contenuta nell’alimento, Sativa o Indica:

  • L’Indica, infatti, è nota per aver effetti sedativi e rilassanti;
  • La Sativa produce generalmente effetti stimolanti ed euforizzanti;

Queste differenze sostanziali sono dovute principalmente ai differenti principi attivi contenuti nelle piante e, soprattutto, a come i cannabinoidi interagiscono tra di loro.

In termini assoluti può affermarsi che le piante di Indica hanno contenuti di CBD maggiori e di THC più bassi mentre le piante di Sativa hanno un basso tasso di CBD e cospicue quantità di THC. Ma sia il CBD che il THC interagiscono con gli altri ingredienti presenti nei cibi a base di marjuana, influenzando anche le sensazioni indotte dalla marijuana ingerita.

Come se non bastasse, ad influenzare ulteriormente gli effetti della Cannabis edibile concorre anche la propria propensione soggettiva a risentire, maturare e sviluppare alcune sensazioni piuttosto che altre provocate dalla cannabis.

Ciò comporta che a seconda dei composti contenuti in una specifica varietà di Cannabis, gli effetti degli edible possono essere più o meno “rilassanti” o “energizzanti”, ma per scoprire come il proprio organismo può reagire bisogna sperimentare!

Gli Chef all’opera con la Marijuana a tavola

I coltivatori di marijuana, sempre più spesso, ricevono richieste di collaborazione da parte di chef di alta cucina. Questi ultimi, infatti, vogliono conoscere gli aromi e i sapori distintivi delle singole varietà di Cannabis per poterle combinare al meglio nei propri piatti.

Il mondo della Cannabis, inoltre è costellato da svariati ibridi che possono esaltare o smorzare i tratti tipici dei ceppi più noti. La Trainwreck ad esempio è un ibrido a predominanza Sativa, caratterizzata da pungenti sapori di limone e spezie, molto popolare tra i coltivatori domestici che cucinano edible di Cannabis. O ancora la White Widow che sprigiona profonde e rinfrescanti fragranze di pino, grazie ai suoi aromi e sapori speziati.

Chiunque voglia affacciarsi alla cucina a base di Cannabis dunque non potrà fare a meno di rivolgersi agli agricoltori di Marijuana, profondi conoscitori dei più antichi utilizzi della Canapa, ingrediente comune in ricette come torte e zuppe.

L’utilizzo della Canapa come ingrediente base di svariati cibi ci consente anche di aiutare l’ecosistema poiché non richiede particolari pesticidi, arricchisce il terreno con numerosissime sostanze nutritive e, soprattutto, apporta benefici alla nostra salute.

Le parti della pianta maggiormente utilizzate

Le foglie e le infiorescenze sono molto comuni tra i fumatori di marijuana ma per quanto riguarda il settore alimentare, i semi di canapa contengono il maggior valore nutrizionale, essendo molto ricchi di acidi grassi, oli essenziali, aminoacidi e minerali.

I semi, inoltre si caratterizzano per un sapore simile alla nocciola e l’olio derivato, ai semi di lino.

Queste “stupefacenti” caratteristiche hanno ispirato i produttori più intraprendenti a creare alimenti del tipo:

  • Muesli;
  • Barrette Energetiche;
  • Proteine in Polvere a base di canapa;
  • Biscotti di cannabis;
  • Latte di canapa;
  • Tofu di canapa;
  • Burro di canapa;
  • Olio di canapa;
  • Farina di canapa;
  • Liquore alla cannabis;

Tutti alimenti crudi o cotti grazie alla possibilità che i semi offrono, ovvero essere consumati crudi, sgusciati, frullati o triturati senza modificarne le caratteristiche organolettiche.

L’unica attenzione che richiedono riguarda la conservazione. I semi di canapa, infatti devono essere conservati al riparo da fonti di calore e dalla luce per evitare che diventino scuri e perdano il proprio colore lucente.

Si possono trovare semi di canapa sgusciati. Poiché contengono grassi soprattutto insaturi, i semi di canapa devono essere conservati al riparo dalla luce e dal calore, preferibilmente in frigorifero.

Quali prodotti alimentari a base di canapa esistono

Il più noto derivato dei semi di canapa è l’olio di canapa. Dal punto di vista nutrizionale ha qualità superiori sia all’olio di lino che a quello d’oliva e può sostituirli in condimenti freddi come insalate e frullati, ma attenzione va consumato freddo, né riscaldato né cotto! Proprio come i semi di canapa va conservato in frigo in bottiglie oscurate ma mantenere intatte le sue qualità.

Il sapore di nocciola caratterizza anche tutti i derivati dei semi di canapa come il latte di canapa, disponibile anche con l’aggiunti di aromi di vaniglia o cioccolato; il muesli ad alto contenuto di fibre, proteine e omega 3 e 6; e il burro di semi ottimo sostitutivo del burro di arachidi, e del burro tradizionale essendo una ricca fonte di acidi grassi sani e proteine.

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