Quanto tempo rimane il THC nel sangue?
Può capitare a chiunque di doversi sottoporre ad esami clinici: da un semplice esame ad un controllo alla guida da parte delle forze dell’ordine o ancora nei luoghi di lavoro. Se abbiamo consumato marijuana, per quanto tempo rimane il THC nel sangue? Scopriamolo insieme
Per quanto tempo rimane il THC nel nostro sangue?
Chiunque può trovarsi a dover essere sottoposto ad esami clinici di diverso genere per i motivi più disparati. Da un semplice controllo di routine ad un controllo alla guida da parte delle forze dell’ordine o ancora nei luoghi di lavoro, in qualunque momento possiamo essere chiamati ad un prelievo del sangue per capire quali sostanze abbiamo assunto.
Ma se abbiamo consumato Marijuana, per quanto tempo rimarrà nel sangue? Scopriamo adesso per quanto tempo persistono i cannabinoidi nel nostro organismo.
Quanto rimane la marijuana nel nostro sangue?
Possiamo dire, in linea generale, che i cannabinoidi permangono nel sangue per circa per due giorni dopo l’assunzione della singola dose, anche se i consumatori abituali conservano più a lungo degli altri tracce di Marijuana nel sangue e per ritenersi “puliti” necessitano di più giorni, alle volte anche una settimana è necessaria per una “pulizia” più accurata.
Tuttavia, e qui la precisazione è d’obbligo, ci sono diverse variabili, sia oggettive che soggettive, da tenere in conto per non rischiare brutte sorprese. Dare una risposta definitiva alla domanda che ci siamo posti, dunque, è molto complesso! Vediamo insieme i fattori principali di incidenza.
Fattori di incidenza per la permanenza del THC nel sangue
I fattori che determinano la permanenza del THC nel sangue per un tempo più o meno lungo sono molto soggettivi, ma in linea di massima si possono tracciare alcune linee che ci portano a capire cosa ne determina una maggiore permanenza.
- Modalità di assunzione e metabolismo
- Frequenza e quantità consumata
- Tipologie di analisi
Spieghiamo meglio questi tre fattori che influenzano la permanenza dei cannabinoidi nel sangue.
Metodo di consumo della marijuana e metabolismo individuale
Cominciamo col dire che il primo fattore che influenza i tempi di permanenza dei cannabinoidi nel sangue è il metodo di consumo della marijuana.
Indipendentemente dalla quantità di THC, infatti, gli effetti osservati sui consumatori di Marijuana alimentare, sono molto diversi rispetto a quelli indotti dai cannabinoidi inalati sotto forma di fumo.
Chi mangia prodotti a base di cannabis, infatti, ne avverte gli effetti molto più gradualmente e soprattutto in maniera più intensa e per maggior tempo rispetto ai fumatori di Marijuana. Ciò è dovuto al fatto che la cannabis commestibile deve essere assorbita dal fegato prima di entrare nel flusso sanguigno. Il THC ed i suoi metaboliti dunque, richiedono più tempo per manifestarsi nel sangue e conseguentemente potrebbero permanere in esso per un periodo di tempo più lungo.
A ciò si aggiunge che la velocità del proprio metabolismo individuale può fare la differenza sui termini di permanenza dei cannabinoidi nel sangue. Se il metabolismo è più lento, infatti, il nostro corpo tenderà ad accumulare le droghe più a lungo nel sangue. I fenomeni metabolici sono rallentati nei soggetti in sovrappeso e in età avanzata che tendono ad accumulare la marijuana nei tessuti.
Frequenza e quantità di cannabis consumate
I consumatori abituali di Cannabis tendono a conservare tracce di cannabis più a lungo rispetto ai consumatori sporadici.
Spesso, infatti, i test sierologici per rilevare la presenza di Cannabinoidi nel sangue non si basano sulla presenza del tetraidrocannabinolo (THC), primario psicoattivo nella cannabis, ma vanno alla ricerca di un prodotto di degradazione (metabolita) del THC denominato THC-COOH, che permane nel sangue per un tempo più lungo rispetto al THC.
Quando si aspira l’erba, la cannabis diventa rilevabile nel sangue in alte concentrazioni subito dopo pochi secondi. I cannabinoidi, vengono assunti attraverso i polmoni dove attraverso gli alveoli entrano nel flusso sanguigno.
Dagli studi effettuati si è osservato che i livelli massimi di THC nel sangue sono raggiunti da 5 a 10 minuti dopo il consumo ma subito dopo diminuiscono lasciando il passo ad altri metaboliti tra cui il THC-COOH. Quest’ultimo raggiunge il suo picco all’incirca dopo 80 minuti dal consumo.
Risulta evidente dunque che se si esegue un’analisi del sangue con reagenti per questo metabolita, si riesce a coprire un arco temporale di consumo più lungo. La presenza di questo prodotto suppone a sua volta la presenza di THC nel sangue.
Tipologie di analisi per rilevare la presenza di THC nel sangue
Partiamo dal presupposto che finora abbiamo discusso soltanto della presenza di THC nel sangue, ma in realtà nel nostro corpo, quando si consuma marijuana, le tracce vengono lasciate non soltanto nel sangue, ma anche in urine e capelli.
La cannabis lascia tracce nel sangue per un periodo di tempo molto più breve rispetto che nell’urina e nei capelli.
Esami delle Urine per rilevare THC
I cannabinoidi essendo liposolubili tendono ad accumularsi nei tessuti grassi e ciò comporta che il THC che non viene immediatamente processato viaggerà rapidamente dal sangue verso i tessuti grassi per essere accumulato.
Quando le cellule adipose vengono disciolte a seguito di attività fisica, ad esempio, i cannabinoidi saranno reimmessi nel flusso sanguigno seppure in quantità assai più contenute.
È interessante notare che diversi studi effettuati hanno rilevato che maggiore è il BMI (Body Mass Index – Indice di Massa Corporea), più THC viene ri-rilasciato nel flusso sanguigno dopo l’esercizio fisico. Poiché il THC e gli altri cannabinoidi permangono nel grasso e vengono man mano disciolti, possiamo trovare dei riversamenti nelle urine. Infatti, se l’esame di rilevazione viene effettuato non subito dopo l’assunzione, i livelli di THC risulteranno più elevati da un esame delle urine piuttosto che da un esame del sangue.
Differenza di permanenza di THC nel sangue tra consumatore saltuario e consumatore assiduo
In un consumatore saltuario, il THC può essere presente in dosi elevate fino a 7 giorni dopo l’ultima dose assunta mentre per i consumatori di cannabis e derivati più assidui, le tracce di THC possono essere riscontrate nelle urine anche dopo 30 giorni.
Esame del capello per rilevare THC
L’ultima tipologia di analisi che può essere effettuata per rilevare tracce di cannabinoidi nel sangue è quella sui nostri capelli.
Peli e capelli rappresentano una sorta di registro storico di tutte le sostanze che assumiamo e se consideriamo che i capelli crescono al ritmo di circa un centimetro al mese, più lunghi terremo i capelli più informazioni sulle sostanze assunte avremo registrato.
Dunque per peli e capelli i tempi di permanenza sono assai più lunghi.
Tuttavia, gli esami del sangue sono di gran lunga i più comuni per verificare il consumo recente di cannabis!